Finalmente Hamilton, Ferrari al capolinea

Al termine del terzo turno di  prove libere, a un’ora dalle qualifiche, Alonso aveva il secondo crono alle spalle di un sorprendente Grosjean, Vettel era quarto. E le velocissime Mercedes? “Nowhere” (sesta e ottava a mezzo secondo dalla Lotus del francese). Nella Q3 Hamilton rivela le proprie carte e piazza una pole da capogiro, appena 38 millesimi meglio di Seb. Dietro RoGro e Rosberg, Alonso quinto con a fianco Raikkonen. “Il solito fuoco di paglia, domani, con 40 gradi sull’asfalto, non andranno da nessuna parte”, si sentiva dire in ogni dove nel paddock.

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Pronti via ed è subito bagarre, con Rosberg a farne le spese dopo un contatto con Massa. Il genietto inglese mantiene la leadership e Vettel non riesce ad avvicinarsi, anzi, negli specchietti vede minacciosa la gigantografia di Grosjean, smanioso di superare il campione del mondo. Il primo valzer di pit stop vede i primi tornare in pista alle spalle di Button, che con la sua McLaren ha impostato una gara d’attesa sulle due soste. Hamilton si sbarazza del connazionale senza problemi, mentre la Red Bull di Vettel si pianta letteralmente dietro gli scarichi della freccia d’argento. Si forma così un trenino di quattro vetture chiuso da Alonso, che grazie al tappo offerto da Jenson colma il gap maturato nel primo stint della corsa. Chi beneficia maggiormente della situazione è il sornione Webber, che davanti a Button può gestire tranquillamente il suo treno di gomme medie con cui è scattato dalla decima casella in griglia. Quando Jenson si ritrova ormai a correre sui cerchioni Vettel, Grosjean e Alonso lo passano nel giro di quattro curve, naturalmente il sorpasso con contatto vede come protagonista il francese, ma stavolta non è Romain a stringere, bensì Button che ci rimette una paratia dell’ala anteriore. Anche il pilota della Lotus si ferma prima del previsto per scongiurare un collassamento del pneumatico, e al suo rientro supera Massa con una manovra spettacolare che gli costa un inspiegabile drive through comminatogli dalla direzione corsa. Davanti Vettel non vede la Mercedes neanche col binocolo perché Hamilton è in stato di grazia: passo insostenibile per gli altri e determinazione nei sorpassi dopo le soste ai box, queste le chiavi della gara dell’inglese, l’unico in grado di districarsi in uno slalom di doppiati e vetture più lente sul toboga ungherese.

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Alle sue spalle continuano le schermaglie tra gli altri piloti, e ad approfittarne è il solito Raikkonen, poco incisivo in qualifica e nei sorpassi ma estremamente concreto quando si tratta di martellare giri veloci salvando le gomme. Iceman, grazie a due soli pit si ritrova secondo con Vettel arrembante alle sue spalle. Gli attacchi del tedesco vanno a vuoto, così come quelli di Grosjean ad Alonso, quinto dietro a Webber. Sul traguardo Hamilton può festeggiare la prima vittoria stagionale dopo troppe pole position sprecate. L’affermazione rilancia Lewis in ottica mondiale: è a 48 punti da Vettel, ma con ancora 9 gare da disputare può ancora succedere di tutto, soprattutto se la Mercedes si confermerà così veloce e, finalmente, gentile con le Pirelli. Secondo all’arrivo e in classifica è Kimi: il finlandese oggi ottiene il massimo e scalza Alonso alle spalle di Seb nel mondiale piloti. 38 punti da recuperare, però, sono tanti, soprattutto se si può contare solo sulla strategia di gara. Chi torna a casa con le ossa rotte è la Ferrari. La rossa è più lenta di tutte e tre le concorrenti, e Alonso non può fare miracoli. Ora il Circus si ferma per un mese: da Spa deve iniziare la rimonta, anche se pare che a Maranello si punti già al 2014. Due parole su Maldonado. Il venezuelano, decimo, ha finalmente schiodato la Williams da un indecoroso zero nella classifica costruttori: un punto d’oro.